Marostica “La Città degli Scacchi” sulle colline della Pedemontana vicentina domina con le sue mura e i suoi castelli.
La cittadina famosa per la partita degli Scacchi che si svolge nella sua piazza ogni due anni, davanti al maestoso Castello Inferiore e con alle spalle il Palazzo del Doglione e la meravigliosa collina dove sulla cima si erge il Castello Superiore il tutto circondato dalla bellissima cinta muraria scaligera iniziata da Cansignorio della Scala nel 1372, per alcuni tratti ora percorribile.
Il bellissimo parco che dal centro storico si arrampica sulla collina fino al Castello superiore concede una magnifica vista sulla pianura sottostante, tra ulivi e varietà di piante collinari.
Marostica è famosa inoltre per le sue buonissime ciliege chiamate “DURONI”.
Le sue via strette Medievali all’interno della città murata la rendono una delle più belle città murate del Veneto e non solo.
Le colline che circondono Marostica sono di una bellezza unica, ricche di ciliegi, vigne, castagni, cipressi, noci, che d’autunno mostrano i loro meravigliosi colori, garantendo delle fantastiche emozioni.
Marostica è ricca di sentieri collinari da percorrere lungo i pendii delle sue colline.
La Leggenda della Partita degli scacchi
La leggenda della Partita a Scacchi risale al lontano 1454, quando Marostica era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia ed il suo governo era retto da un podestà nominato direttamente dalla città di S. Marco. Si narra che proprio in quell’anno due valorosi guerrieri, Rinaldo D’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono perdutamente della bella Lionora, figlia del Castellano Taddeo Parisio, e per la sua mano si sfidarono a duello, come era di costume di quei tempi. Taddeo Parisio, che non voleva perdere nessuno dei due valenti giovani, impedì il cruento scontro rifacendosi a un editto di Cangrande della Scala di Verona, emanato poco dopo la tragica vicenda di Giulietta e Romeo, e confermato e aggravato dal Serenissimo Doge.
Decise quindi che Lionora sarebbe andata in sposa a quello tra i due rivali che avesse vinto la partita al nobile gioco degli scacchi; lo sconfitto sarebbe divenuto ugualmente suo parente, sposando Oldrada, sua sorella minore, ancora giovane e bella. L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso, con pezzi grandi e vivi, armati e segnati delle insegne di bianco e di nero, secondo le antichissime regole imposte dalla nobile arte, alla presenza del Castellano, della sua affascinante figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili delle città vicino e di tutto il popolo. Decise anche che la sfida sarebbe stata onorata da una mostra in campo di uomini d’arte, fanti e cavalieri, fuochi e luminarie, ballerine, suoni e danze.
E così avvenne. Sfilarono arcieri e alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri, il Castellano e la sua corte con Lionora e Oldarda, la fedele nutrice, dame, gentiluomini, l’araldo, il comandante degli armati, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici e borghigiani, e poi ancora i meravigliosi pezzi bianche e neri con re e regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni. Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara ordinarono le mosse ed al termine della disfida un tripudio di fuochi, luci e grida festose salutarono il vincitore.
Lionora, trepidante perché segretamente innamorata di uno dei due, aveva ,con discrezione, fatto sapere al contado che il Castello da basso sarebbe stato illuminato di candida luce qualora la vittoria fosse stata conquistata dal cavaliere che faceva battere il suo cuore, affinché tutti potessero partecipare alla sua gioia.
Citazione leggenda tratta dal sito: marosticascacchi.it